VENDITA ENERGIA

Per la vendita dell’energia prodotta dal tuo impianto fotovoltaico si possono utilizzare due diverse modalità: vendita indiretta, mediante la stipula di una convenzione di ritiro dedicato con il GSE, o la vendita diretta, attraverso la vendita in borsa o a un grossista tramite un “contratto bilaterale”.
In questo post vediamo la prima delle due: la vendita indiretta, o ritiro dedicato, ovvero quella tramite la convezione col GSE (il Gestore dei Servizi Energetici).
In regime di ritiro dedicato il GSE è l’ente che acquista da te l’energia non autoconsumata prodotta dal tuo impianto fotovoltaico, a prescindere dalla rete alla quale è connessa la tua installazione fotovoltaica (se intendi aderire al regime di “ritiro dedicato” devi presentare l’apposita domanda sottoscrivendo la convenzione col GSE, scaricabile dal sito nella sezione “ritiro dedicato”).

A quanto ammontano i proventi derivanti da questo tipo di vendita al GSE?
Il prezzo per la vendita dell’energia elettrica da te prodotta, e immessa nella rete, corrisponde al prezzo di mercato relativo alla zona in cui è installato il tuo impianto; il prezzo può variare, ma il GSE riconosce un “minimo garantito” stabilito e aggiornato periodicamente dall’AEEG. Il prezzo minimo garantito è una soglia al di sotto della quale il riconoscimento economico da parte del GSE non scende.
Solo a titolo esemplificativo: per impianti che avranno immesso in rete in un anno fino a 500.000 kWh il corrispettivo minimo pagato dal gse sarà di circa 100 €/MWh, per quelli che avranno prodotto da 500.000 kWh fino a 1.000.000 kWh annui verrà pagato circa 85 €/MWh e per gli impianti da 1.000.000 di kWh fino a 2.000.000 di kWh annui il prezzo minimo garantito è di circa 75 €/MWh.
I prezzi minimi garantiti vengono riconosciuti dal GSE limitatamente ai primi 2 milioni di kWh/anno di energia elettrica immessa in rete. Se alla fine dell’anno solare il prezzo minimo garantito è inferiore al prezzo di mercato, il GSE ti riconosce un conguaglio.

In definitiva il ritiro dedicato, ovvero la vendita indiretta di energia elettrica immessa in rete dall’ impianto fotovoltaico, è in genere quello consigliabile per chi volesse cimentarsi nella produzione e nella vendita di questa energia pulita. Rispetto alla “vendita diretta” questo sistema risulta più gestibile sia per la relativa semplicità gestionale che per la garanzia di redditività attraverso i prezzi minimi garantiti (rispetto ai prezzi di mercato).

Vendita Diretta

Secondo il decreto del Conto Energia, i possessori di impianti solari fotovoltaici possono, in alternativa alla vendita di energia con ritiro dedicato, scegliere di vendere direttamente l’ energia in borsa (o ad un grossista) previa l’ iscrizione al mercato dell’energia elettrica.
Per essere ammesso al mercato gestito dal Gestore dei Mercati Energetici (GME), bisogna sottoporre al GME la domanda di ammissione, sottoscrivendo un contratto di adesione, e pagare una quota di accesso comprendente una tariffa fissa annua ed un corrispettivo per ogni MWh venduto. Per il 2010 i corrispettivi per l’accesso e la partecipazione al mercato elettrico sono stabiliti in: una quota di accesso di 7.500 Euro più una “tariffa” fissa annua di 10 mila Euro più un corrispettivo per ogni transazione scaglionato in base alla quantità di energia elettrica fotovoltaica ceduta (si va da 0,02 a 0,04 Euro per Mwh venduto).

In alternativa il soggetto detentore dell’impianto fotovoltaico può decidere di vendere l’ energia prodotta ad un grossista di energia elettrica attraverso un contratto bilaterale e ad un prezzo di vendita direttamente con lui concordato.
Questa modalità di vendita diretta è, in genere, utilizzata per poter vendere sul mercato le produzioni energetiche fotovoltaiche prodotte da impianti fotovoltaici di grande taglia (o centrali elettriche).

Il sistema dello scambio sul posto è un’ulteriore opportunità per valorizzarel’energia non autoconsumata e immessa in rete da un impianto solare. Questo meccanismo permette di fatto una compensazione economica tra il valore dell’energia prelevata dalla rete e quello dell’energia immessa, ovvero non immediatamente autoconsumata; in altre parole è una formula di autoconsumo dell’energia prodotta, utilizzando la rete elettrica locale come illimitato serbatoio energetico in cui depositare le eccedenze e da cui prelevare al momento del bisogno.

Scambio sul Posto

Per i nuovi impianti, a partire da quelli entrati in funzione dal 2008, il limite di dimensionamento per accedere al regime dello scambio sul posto è di 200 kWp.

Il servizio di scambio sul posto dal 2009 è regolato economicamente dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici (non più dall’Enel o dagli altri distributori locali) ed è un contributo finalizzato alla valorizzazione dell’energia in eccesso immessa nella rete. In particolare il GSE riconosce un contributo in conto scambio a favore dell’utente rimborsando i costi sostenuti per il prelievo di energia elettrica dalla rete. Cioè: l’utente paga la bolletta all’Enel (o ad altro distributore locale) e poi riceve un rimborso dal Gse, attraverso acconti trimestrali e conguagli annuali. Questo contributo si basa  su tre elementi: il debito/credito di energia elettrica scambiata con la rete, il valore in Euro dell’energia elettrica immessa in rete e il costo dell’energia prelevata dalla rete.


Semplificando, ed è questa la novità principale del Conto Energia 2010, il detentore dell’impianto riceve un contributo in conto scambio (sottoforma di rimborso economico dell’energia prelevata o immessa in rete), e poi può scegliere, nel caso in cui immette più di quanto preleva, tra la gestione “a credito” (per gli anni successivi) e la liquidazione monetaria delle eccedenze immesse in rete (che si configura come una “vendita”).


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